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La cerimonia e il dibattito De Bortoli: «Una società di vecchi che dimentica i giovani»
«La nostra è una società di vecchi che ha privilegiato le politiche per i vecchi. Nessun governo ha mai fatto una politica a favore delle nuove generazioni». Lo ha detto Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, intervenendo, ad Acri, ad un dibattito sul tema «I giovani, quale futuro» nell’ambito della cerimonia di consegna della quinta edizione del Premio nazionale Vincenzo Padula. De Bortoli è stato premiato per la sezione giornalismo.
Il regista incontra gli studenti ad Acri.
Poi riceve il Premio Padula
PARLA, parla, si concede qualche pausa, riprende a parlare, dimentica la domanda di uno studente e se la fa ripetere, poi conclude. Nanni Moretti somiglia ai personaggi che porta sul grande schermo anche nella sala polivalente di Acri, provincia di Cosenza, dove affronta una platea gremita di ragazzi. L’aria un po’ svaga ta e l’aplomb dell’intellettua le impegnato in un solo uomo, argomenta con lucidità, condendo con quel tono saccente e ironico che ha contribuito a renderlo celebre.
Il professore ad Acri ieri per ritirare il premio “Padula” ai ragazzi dice: «Una bella terra in mano a gente lurida»
Roberto Vecchioni torna nella città silana per la seconda volta ed è lui stesso che lo ricorda e ce lo ricorda; «mi ricordo un campo sportivo, una festa di partito ed un signore di mezza età che mi lanciava continue invettive fin quando ho smesso di cantare e l'ho invitato sul palco».
A ricevere il prestigioso riconoscimento Ferruccio De Bortoli e Roberto Vecchioni
Applaudita la performance di Moretti
Ieri l’ultima uscita: assegnate le borse di studio per le migliori recensioni
ACRI. Giuseppe Cristofaro, presidente della fondazione “Vincenzo Padula”, lo ha definito il momento più importante di tutto il premio. E non è stata affatto retorica la sua. L’incontro degli studenti, all’in terno della 5. edizione del premio nazionale “Vincenzo Padula”, con il regista Nanni Moretti ha avuto davvero dello straordinario.
ACRI «Per la sua creatività a 360 gradi. Perché non ha mai dimenticato le sue origini, non ha mai posto un velo tra se e i giovani con i quali parla e dialoga. Maestro di etica vive di insegnamenti e non di moralismi. Perché è un uomo che si guarda nell’anima».