A ricevere il prestigioso riconoscimento Ferruccio De Bortoli e Roberto Vecchioni

Applaudita la performance di Moretti

Ieri l’ultima uscita: assegnate le borse di studio per le migliori recensioni

 ACRI. Giuseppe  Cristofaro,  presidente della fondazione “Vincenzo Padula”, lo ha definito il momento più importante di tutto  il premio. E non è stata affatto retorica la sua. L’incontro  degli  studenti,  all’in terno della 5. edizione del premio nazionale “Vincenzo Padula”, con il regista Nanni Moretti ha avuto davvero  dello straordinario.

  Accolto con una standing ovation al suo ingresso nella sala del cinema San  Domenico,  dove  prima  gli studenti hanno visto il suo ultimo capolavoro  “Habemus  papam”, Moretti si è subito messo a disposizione dei ragazzi lasciando loro la possibilità di intervistarlo, accettando di raccontarsi sia come uomo  che  come  regista.  «Sono state le mie esperienza da spettatore – ha spiegato Moretti – di produzioni cinematografiche troppo lineari  e realiste  a determinare, per contrasto, il mio modo di fare regia».  Una regia,  la sua,  tanto straordinaria  quanto  essenziale, libera e mai lineare. Poi, guardando al potere politico attuale il “ge nio” del cinema italiano non ha usato mezzi termini. «Sono stufo di essere preso in giro come Italiano. La televisione non lo dice, ma l’Italia  all’estero  ha  perso  tanta credibilità perché non si è mai visto un paese ostaggio degli interessi di una sola persona. Quello che oggi la politica sta creando è solo un cumulo di macerie con cui dovremmo fare i conti per decenni». Ma le critiche non sono mancate neanche per la sinistra sempre più “autolesiva”.
Infine, circa il rapporto con i suoi personaggi Moretti ha spiegato che «non sempre le idee dell’autore stanno nelle  parole  recitate dal  protagonista. Quello che scorre sullo schermo è, piuttosto, l’interpretazione della realtà da parte del regista». Nel pomeriggio gran finale con le premiazioni. A condurre la giornalista Rai Monica Maggioni.
Dopo i saluti del sindaco Gino Trematerra, dell’assessore regionale alla cultura, Mario Caligiuri e del presidente della  fondazione Padula, Giuseppe Cristofaro, una tavola rotonda su “I giovani quale futuro”. Ne hanno parlato Maria Pia Ammirati, Luciana Castellina e Ferruccio De Bortoli. «Quella dei giovani è un’emergenza – ha affermato  il  direttore  – ma  non  è mai stata all’ordine del giorno di nessuna politica. Sono pertanto i nostri giovani, che civilmente, dovranno ricostruire da soli questo paese. Io sono fiducioso». Per la Castellina si è invece spezzato il dialogo  tra  le  generazioni  che «manifestano una sorta di rancore nei  nostri  confronti  solo  perché noi siamo stati felici». «Viviamo in un mondo demitizzato – ha detto, invece, Maria Pia Ammirati – in cui le nuove generazioni dovranno farsi posto con tenacia, cura e professionalità».
Quindi sul palco i membri della giuria tecnica del premio, assente il presidente Walter Pedullà, che dopo aver assegnato le borse di studio alle migliori recensioni degli studenti e i riconoscimenti speciali, ha proceduto con la premiazione delle categorie. Per la sezione narrativa, Maria Pia Ammirati con “Se tu fossi qui, Cairo”. Per la sezione saggistica, Luciana Castellina con “La scoperta  del  mondo,  Nottetempo”. Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, premiato per la sezione giornalismo. Per la  sezione  narratori  del  nostro tempo ha ricevuto il premio Roberto Vecchioni. Infine, per la sezione  Internazionale  “Vincenzo Talarico” premio a Moretti.

Rosanna Caravetta