Si è conclusa la XV edizione della rassegna culturale organizzata dall’associazione Esperia, intitolata quest’anno alla memoria di Vincenzo Padula, con un occhio attento «all’ambiente ed al futuro»

PISA. Anche quest’anno si è svolta la “Festa della cultura calabrese”, organizzata dall’ “Associazione culturale calabrese Esperia” e giunta alla sua XV edizione.

La rassegna è divenuta negli ultimi anni uno degli eventi più attesi nella città della torre pendente anche perché chiama a raccolta la nutrita comunità calabrese oggi residente su tutto il territorio toscano. L’impegno dell’associazione Esperia parte dal 2003 da un gruppo di amici che si pone «l’obiettivo di promuovere la conoscenza del vasto patrimonio culturale calabrese». Non a caso a Pisa, dove – secondo recenti stime – tra la città e la provincia risiederebbe una comunità calabrese di circa 8 mila persone, quindi poco meno del 10% dell’intera popolazione locale. «Molti calabresi – racconta Francesco Lochiatto, presidente di Esperia – oggi occupano posizioni di rilievo nei più svariati ambiti, dalla politica all’università e la ricerca, passando per la sanità. Questo è un dato molto importante in termini di inserimento nel tessuto sociale locale della nostra comunità».
Da qui la fortuna della “Festa della cultura calabrese” che negli anni ha maturato una doppia anima: «Da un lato la manifestazione fieristica che valorizza l’enogastronomia e l’artigianato calabrese e dall’altro gli eventi culturali che toccano una serie di argomenti per andare al di là degli stereotipi e valorizzare le eccellenze anche fuori regione».
Ed anche quest’anno, l’offerta si è concretizzata in un programma di eventi che, oltre alla Calabria, ha toccato alcuni tra i principali temi oggetto del dibattito pubblico più generale. Quest’anno, uno spazio è stato dedicato ad un dibattito sull’ambiente: «Nel valorizzare il grande patrimonio culturale della Calabria, fatto di arte, letteratura ed enogastronomia, si deve avere uno sguardo proiettato al futuro di questa stessa cultura che ha bisogno di un ambiente sano. Il ritmo con cui sta avvenendo il consumo delle risorse naturali – continua Lochiatto – mette a rischio la nostra stessa sopravvivenza. Chi, come noi, ha uno sguardo attento verso il passato e la memoria, non può precludersi un’attenzione anche verso il futuro per tentare di correggere qualche errore del presente».
Si spiega in questo senso il patrocinio del Comune di Vicopisano che quest’anno ha promosso la rassegna “Monte Pisano un anno dopo”, per ricordare il grande incendio che ha devastato i monti pisani poco meno di un anno fa. Ma sono sempre più numerosi gli enti e le associazioni che patrocinano ed aderiscono all’iniziativa: le Regioni Calabria e Toscana, la Provincia di Pisa, il Comune di Pontedera, le associazioni Libera ed Ora legale ed il Comune di Acri, per citarne alcuni.
Il patrocinio della città del cosentino si lega all’eccezionale ricordo, a duecento anni dalla nascita, di Vincenzo Padula, patriota ed intellettuale di origine acrese. «Intitolare la rassegna a Vincenzo Padula – le cui opere sono state ricordate in un particolare incontro col professor Luigi Maria Lombardi Satriani – rimarca sempre di più la nostra intenzione di valorizzare soprattutto il contenuto culturale dell’evento».
In quest’ottica si inseriscono anche la proiezione del docufilm ambientato nell’area grecofona calabrese “Kalavria, la terra dei greci di Calabria” di Davide Carbone e la presentazione del “Vocabolario Bagaladese” di Francesco Antonio Romeo, presentato dai docenti Luciano Luciani e Tommaso Greco: «Tenevamo particolarmente a presentare quest’opera – spiega Lochiatto – che mira a preservare il linguaggio dei nostri avi. Un patrimonio che rischia altrimenti di cadere nell’oblio. Opere come quelle di Ciccio Romeo hanno il merito di costituire un tassello di memoria per tramandare alle future generazioni qualcosa di scritto perché altrimenti tutto rischia di disperdersi nel tempo». (f.d.)

Fonte: https://www.corrieredellacalabria.it