Vincenzo Cerami è stato uno dei premiati, nel corso Edizione Speciale del 2010, del Premio Nazionale " Vincenzo Padula", per la Sezione Narrativa. Una serata, quella della premiazione, all'insegna della qualità ( come è tradizione del Premio che ha visto - negli anni - sul suo palco alcuni tra i maggiori personaggi della letteratura, del cinema, della politica, del giornalismo italiani) e della partecipata commozione.

 W. Pedullà, Presidente della Giuria, aveva letto, con voce emozionata le motivazioni al Premio per Cerami, di cui riportiamo qualche stralcio:

"Lo abbiamo premiato anzitutto perché è uno dei maggiori narratori degli ultimi 40 anni.
Lo abbiamo premiato perché è un narratore nei cui libri si capisce cosa è successo agli italiani nella seconda metà del secolo.
Lo abbiamo premiato per il piacere che ci da quando lo leggiamo, per la sua fantasia ilare, per il risentimento da moralista con cui ci fa sentire l'urto delle proprie idee e della sua passione politica.(...)
Lo abbiamo premiato perché, invece di insistere con un linguaggio, quando questo si è logorato lo ha cambiato, cambiando linguaggio all'interno dello stesso genere letterario oppure cambiando arte.
Lo abbiamo premiato perché ha fatto vedere, ha dato forza, ai film di Monicelli, Amelio, Belloccio, Bertolucci, Scola, ed anche persino Pier Paolo Pisolini, suo maestro.(...)

Ci è piaciuto che abbia raccontato anche come sia fatta lontana l'uguaglianza degli uomini e, contemporaneamente, il fatto che abbia continuato ad alimentarne il desiderio.
L'abbiamo premiato perché contemporaneamente dice pane al pane e vino al vino, ed ha la capacità, insieme, di mettere in questo tipo di prosa l'ebbrezza delle immagini, l'altezza delle idee e la temperatura dei sentimenti.

L'abbiamo premiato perché crede che sia possibile fare avere, scrivendo, l'idea morale della scrittura, con la voglia di utilizzare la scrittura perché si sia più consapevoli e si abbia una qualche speranza di mutare il mondo.

Lo abbiamo premiato per il suo umorismo, per essere uno scrittore che fa volare alta la risata ma che sa ridere anche a denti stretti."

Vincenzo Cerami (Roma, 2 novembre 1940 – Roma, 17 luglio 2013) è stato uno sceneggiatore, scrittore e drammaturgo italiano. È stato candidato all'Oscar nel 1999 per aver sceneggiato "La vita è bella" con Roberto Benigni.

La sua prolifica attività letteraria ha inizio nel 1976, quando pubblica il suo primo romanzo: "Un borghese piccolo piccolo", feroce satira delle frustrazioni piccolo-borghesi, dove narra della necessità, che ha l'uomo, di fuggire dalla vita che vive, per ricrearsi altre vite - immaginarie o effettive- e, nello stesso tempo, la condanna di dover aderire al proprio "presente". Il libro avrà una fortunata trasposizione cinematografica con Alberto Sordi.

Seguono "Amorosa presenza" (1978), il romanzo in versi "Addio Lenin" (1981), "Ragazzo di vetro" (1983), "La lepre" (1988), romanzo storico-fantastico, forse la prova migliore di Cerami dopo il romanzo d'esordio, "L'ipocrita" (1991), "La gente" (1993), "Il signor Novecento" (1994), racconto musicale realizzato con Nicola Piovani con il quale realizza anche lo spettacolo teatrale "Romanzo musicale "(1998); "Consigli a un giovane scrittore" (1996), divertita escursione nel mondo della scrittura; "Fattacci" (1997), in cui Cerami racconta e analizza quattro delitti saliti alla ribalta della cronaca italiana; la raccolta di racconti "La sindrome di Tourette" e il romanzo "L'incontro" (2005); "Vite bugiarde" (2007).

La Fondazione Padula, ed Acri, ricorderanno sempre questo autore dal sorriso caldo, bonario; dalla parola fluente, pronto sempre a raccontare come solo la Poesia possa riportare la Vita. Una volta ebbe a dire: "...sbagliano quanti smettono d'innamorarsi quando invecchiano, perché invecchiano quanti smettono d'innamorarsi".