Il dramma degli immigrati al Premio Padula
Sono stati quattro giovani ragazzi provenienti dal Sud Africa, che hanno attraversato il Mediterraneo alla ricerca di nuove speranze e di una vita nuova, ad aprire la serata finale della sesta edizione del premio nazionale “Vincenzo Padula”. Un messaggio forte di quattro giovani che hanno trovato ospitalità nella casa per minori rifugiati politici intitolata ad Abou Diabo proprio nella cittadina silana.
Un tema quello dell’immigrazione e del Mediterraneo ( mare di clandestini o di migranti?) quanto mai attuale dopo i tragici avvenimenti di Lampedusa su cui si è soffermato il presidente Cristofaro: <<Dopo essere stato un mare che ha unito nei secoli culture e popoli oggi si presenta come tragica tomba di speranze e di libertà di uomini, donne e bambini>>. In una sala consiliare di palazzo Sanseverino Falcone piena in ogni ordine di posto si è poi snodato il Premio che per il profilo nazionale e internazionale degli ospiti ha costituito il coronamento di un intero anno di lavoro che ha visto coinvolti nel kermesse culturale una moltitudine di soggetti. A condurre con eleganza e professionalità la giornalista Tiziana Ferrario. << L’Europa deve ripensare la sua politica sull’immigrazione altrimenti finirà per non avere più una morale>>. Queste le dure parole dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun premiato nella sezione narrativa internazionale e noto per i suoi scritti sull’immigrazione e il razzismo. Jelloun che ieri mattina ha risposto alle domande dei giovani studenti , protagonisti indiscussi come ogni anno del Premio, ha spiegato come << il razzismo purtroppo sia radicato nell’uomo da sempre. Fa parte della debolezza umana . Solo un percorso pedagogico con i più piccoli continuo e costante potrà creare generazioni meno razziste>>. Scelta da 150 ragazzi che ne hanno letto il suo ultimo libro “Piangi, pure” , premio per la sezione narrativa alla scrittrice Lidia Ravera. << Investire in cultura è l’unica chance per uscire dalla crisi – ha detto la Ravera- la cultura ci aiuta ad uscire da questi momenti bui rimanendo padroni del nostro destino>>. A Manuel De Sica, compositore e scrittore figlio di Vittorio De Sica , premio per la sezione saggistica. Per il suo giornalismo d’inchiesta, per i suoi reportage, ad essere premiato è stato anche il giornalista Rai Riccardo Iacona per la trasmissione” Presa Diretta”. Tanti applausi poi per l’attore Rocco Papaleo , premiato nella sezione “il Sud al cinema” . Originario di Lauria, Papaleo ha scherzato ed ironizzato con la giuria: << Al sud il presente viene trasmesso in differita>>. Quindi gran finale con il regista Pupi Avati. A lui il premio sezione internazionale “Vincenzo Talarico”. Non è riuscita ad esserci ma ha inviato una lettera ringraziando per il riconoscimento speciale tributatogli il ministro per l’integrazione Cécile Kashetu Kyenge. Un plauso è stato tributato anche alla giuria costituita dal presidente Walter Pedullà quindi Nicola Merola, Raffaele Nigro, Raffaele Perrelli , Giovanni Russo e Santino Salerno.
Rosanna Caravetta